Di solitudine si muore. Di questo si è parlato All’orazio Flacco di Bari durante l’ottava giornata dedicata alle solitudini.
Giornate volute dall’attrice, scrittrice ed interprete Daniela Baldassarra e promosse da Giraffa Onlus. Si sono toccati argomenti importanti come Immigrazione, Omofobia e femminicidio. Tre tematiche apparentemente separate ma completamente collegate alle solitudini.
Tre testimonial d’eccezione Francesco Costanzo, fratello di Anna Costanzo una vittima di femminicidio, Titti Caterina De Simone, attivista LGBT e Belma Tuzi, albanese da 20 anni in italia.
“La solitudine è un sentimento che accompagna prima o poi tutti” introduce la dirigente Giacarda.
Passando la parola all’avvocata Vigilante che ci racconta come le solitudini possono erodere la crescita del se.
Il questore interviene presentando il proprio lavoro: “quando interveniamo noi, di solito c’è già stato un fatto delittuoso. Ma riuscendo ad intercettare le misure di prevenzione si potrà avere più fiducia nelle istituzioni”
Serenella: Consigliere regionale è intervenuta presentando il delicato lavoro che il suo ministero svolge per la popolazione.
Con Titti De Simone: si attraversano temi come la lotta all’Omotransfobia, la battaglia per ottenere il matrimonio a tutti gli effetti e la gratificazione della riuscita del matrimonio civile. “Quando non si conosce l’altro inizia la solitudine.”Dice la De Simone “ Parlarne, conoscersi, è la prima misura per non sentirsi soli”
Pregiudizio è la porta della violenza e della esclusione. Non bisogna avere paura di ciò che non si comprende, al contrario è necessario un confronto costruttivo. La generazione di oggi ha meno schemi mentali, meno diffidenze ed è più aperta all’accettazione.
Si parla anche di adozione, la risposta della relatrice è “LA FAMIGLIA è DOVE C’è AMORE!” racchiudendo completamente il senso della vera adozione.
Successivamente è stata la volta di Francesco Costanzo Fratello di Anna Costanzo, uccisa per mano del compagno 10 anni fa a causa della sua possessione. Colpita alla testa, strangolata e affogata nella vasca.
Davanti a questo racconto mancano davvero le parole per descrivere le sensazioni che provocala storia dell’omicidio di Anna, troppo simile a tante altre. “Ci si sente impotenti, inermi” racconta Francesco commuovendo l’intera platea fatta di adulti ma anche di tanti ragazzi.
Attraverso l’intervento di Belma Tuzi, Oeratrice di Giraffa onlus, arrivata in Italia 20 anni fa cercando una speranza, una vita migliore. La sua storia, benchè più fortunata, non è dissimile da tante storie di Immigrazione. Gente che scappa dalla povertà per cercare vita migliore ovunque, gente che durante il viaggio sopporta ogni tipo di violenze. Donne e uomini che vogliono solo vivere, lavorare ed essere liberi.
La giornata si è conclusa con un inedito di Daniela che, come sempre fa riflettere su tematiche profonde e dure come quella della solitudine appena trattata.