Come nel più brutto telefilm targato Hulu, dove i bambini vengono strappati dalle braccia delle loro madri per darli a chi ne desidera ma non può averne (The Handmaid’s Tale). Questo è ciò che mostrano le attuali cronache sui casi di Reggio Emilia. 
Casi di bambini sottratti con l’inganno alle famiglie d’origine, famiglie deboli, ex tossicodipendenti, stranieri, gente facilmente sopraffabile. Gli ultimi servizi di Chi l’ha visto ci descrivono uno scenario agghiacciante ai limiti dell’horror nero. 
Nelle serie tv sopracitata ci sono donne costrette a fare figli per poi darli in maniera coercitiva a famiglie più in vista. Ciò non è dissimile da quanto avviene a Bibiano. Bambini costretti a rinnegare il proprio sangue per darli come presente a chi ha voglia del pupazzetto nuovo, dell’oggetto da mostrare ad amici e parenti per sentirsi “finalmente” Donna Completa.
Si tralascia lo stato psicofisico del bambino che per tutta la sua vita porterà il peso della separazione, quella frattura che lo farà diffidare di qualsiasi autorità: dal docente ora al capoufficio domani. Quella spaccatura insanabile. Quel senso di colpa per aver allontanato di proposito i propri genitori senza una ragione, solo perché altri adulti lo hanno spinto a gesti estremi. 
Parliamo quindi di disgregazione dell’io. Nulla potrà mai sostituire la figura genitoriale nonostante essa sia fonte di conflitti interni (Freud insegna) interni di ognuno. Eppure questi assistenti sociali non si sono posti il minimo limite deontologico. Psicologi, comune, impiegati, sindaco, tutti collusi in un traffico di vite umane al fine di compiacere il parente, l’amico o il conoscente da cui avere il favoretto. 
Un tempo esistevano le bustarelle, oggi si spacciano bambini!
Per non parlare poi di come un genitore si può sentire nel momento in cui gli viene sottratto il frutto del proprio ventre. 
Dare alla luce un figlio è un misto tra paura, gioia, innamoramento, un turbinio di emozioni che perdurano per tutta la vita del bambino. Sentirsi strappato un figlio, per giunta con l’inganno, è terribile. 
Solo all’idea ci si sente mancare un battito e un vuoto nello stomaco. Sapere che il proprio figlio è andato all’amica dell’assistente sociale o della psicologa che con l’inganno se n’è appropriata è l’incubo peggiore che possa mai esistere. 
Dal momento in cui si diventa genitori, il proprio istinto è quello di tenere al sicuro la progenie. Questa situazione porta a non sentirsi sicuro di chi, per costituzione dovrebbe vigilare sulla tutela dei minori. Ma se chi li dovrebbe tutelare li smercia, allora, un genitore di un minorenne che fa? Se ha un problema cosa fa?
Sta zitto. Cerca di nascondere. Problemi a scuola? Zitto. Problemi col marito violento? Zitto. Problemi economici? Zitto. Problemi col parentado? Zitto. 
La sfiducia nelle autorità porta all’omertà e, inevitabilmente, alla giustizia autoprodotta. 
Lo stato ha il dovere di vigilare sugli organi di tutela del minore. Ha il dovere di monitorare su cosa scrivono questi organi, su come vigilano e sulla fine che fanno i minori. 
Siamo in un paese dove facilmente si emulano i comportamenti più riprovevoli, come una sorta di gara. Spero che ora che i fattacci sono usciti fuori si faccia più attenzione alle sentenze. 
Parliamo di bambini, parliamo dei cittadini di domani. Parliamo di esseri umani. Teniamo in considerazione questo oggi, sarà l’investimento per la nostra Italia tra 15 anni.

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