Legge di bilancio 2021, “Aggiunge l’art. 5-bis che incrementa il Fondo per le politiche della famiglia: estende il congedo di paternità obbligatorio e facoltativo ai casi di morte perinatale (comma 3);”
Ciò significa che se una coppia perde un figlio nel periodo gestazionale, il padre può chiedere ed ottenere il congedo di paternità per stare accanto alla propria donna e concedersi il lutto che ne consegue.
Trovo che sia una pietra miliare nei diritti dell’uomo. Un aborto spontaneo è un dolore insopportabile che colpisce la coppia. Tanto la donna, che ne vive un dolore più fisico, che del padre, spesso costretto a sottacere il proprio dolore per non apparire “Poco virile” nei confronti di una società miope e poco attenta ai sentimenti maschili.
La privazione del dolore, del lutto, è stata fino ad ora una barbarie compiuta in nome di una virilità ostentata, di qualcosa che non deve esistere. Poiché tutti proviamo sentimenti e quelli maschili non sono certo meno importanti di quelli della sua compagna che ha perso un figlio durante la gravidanza.
Il dolore va assorbito, va maturata la consapevolezza degli eventi. Non si è poco “Maschi” se ci si abbandona per qualche giorno alle lacrime. Questa legge finalmente porta equità nei ruoli, porta rispetto in quello che è un diritto per ogni essere umano.
Fino ad ora la donna, dopo un aborto interno, poteva rimanere a riposo a casa, mentre l’uomo era catapultato subito nel mondo del lavoro come se nulla fosse. Nascondendo ogni sentimento.
Fino ad ora trattato come “periodo di malattia” dovuto solo alla donna. Quasi come se non ci fosse mai stata una vita. La frase che spesso ci si sente dire è “Meglio ora, e se poi nasceva con qualche malformazione? La natura fa la sua scrematura” Si etichetta così un lutto che non si rimarginerà mai.
Per l’uomo è ancora peggio. All’uomo non viene dedicato un pensiero, non s’immagina che possa avere sentimenti in merito. Si dà per scontato che l’uomo non possa provare dolore per una perdita perinatale.
Finalmente oggi abbiamo fatto un grandissimo passo di civiltà per il nostro paese. Il congedo di paternità in casi di morte del feto.
Il padre non è certo meno importante del ruolo materno. Infatti si tende a sottovalutare l’apporto paterno anche nel gergo discorsivo. “I figli sono della mamma”, come se fosse possibile, per una donna, avere figli soltanto desiderandoli senza alcun apporto dal sesso opposto.
Questo poi viene tradotto durante tutta l’infanzia del bambino in un peso enorme solo sulla donna. L’uomo viene completamente esonerato da qualsiasi responsabilità sociale, se non solo per quella del cognome.
Finalmente questa legge, assieme a quella del 2015 dove viene istituito il congedo parentale per il padre per i primi 6 mesi dalla nascita del proprio figlio, ristabilisce gli equilibri.
I figli, per la legge italiana, sono finalmente tanto della madre quanto del padre, la responsabilità, quanto il dolore per un’eventuale perdita è di entrambi. Senza alcuna distinzione.
La parità è un diritto per entrambi i sessi e va celebrata in ogni sua sfaccettatura!