Giustizia è fatta sul caso Cucchi, ora che finalmente, dopo 10 anni di battaglie e ricerche della giustizia 3 carabinieri pagheranno per una vita ingiustamente uccisa.
La droga è una cosa brutta, commercializzarla è un reato punibile con l’arresto. Fanno bene i Carabinieri di tutta Italia a fare controlli su spacciatori conosciuti per proteggere tutti i cittadini ma ci sentiremmo più protetti se non vi fossero abusi di potere.
L’arma dei Carabinieri andrebbe sfoltita da tutta quella gente che, l’ombra della divisa, compie dei veri e propri soprusi su innocenti.
Così accade che una donna che si reca in caserma per denunciare violenze subite dal partner venga invitata a tornarsene a casa e a fare pace perché “Poverino, se lo denunci, lo rovini”.
Così accade che una donna venga violentata da un uomo in divisa e non abbia la possibilità di denunciare perché “Io sono un Carabiniere, tu non verrai creduta”.
Così accade che una mamma venga chiamata in caserma per ricevere “ammonimenti” circa eventuali denunce per abusi sessuali verso una maestra compie sul figlio disabile, le venga, quindi, intimato di non procedere perché “Tanto tu sei solo una mamma pazza e la tua parola non conta nulla”.
Così Capita anche che un ragazzo 20 enne ormai pulito, un’ex tossicodipendente venga controllato, portato in caserma e pestato fino alla morte.
La sentenza Cucchi ha finalmente mostrato il corretto andamento della giustizia a chi dovrebbe rappresentare la legge dietro una divisa.
Oggi, finalmente, questa sentenza rappresenta una pietra miliare sugli abusi di potere, un piccolo passo di un giudice che simboleggia un grande passo per la civiltà!