Il reggiseno. Parliamone. Amato, odiato, consumato, acquistato, mangiato, tolto, indossato. Ne sentiamo di tutti i colori.
Il reggiseno è uno strumento utilissimo per le donne. Infatti serve a sostenere le mammelle femminili, soprattutto se generose, che altrimenti ballerebbero ad ogni passo impacciando i movimenti.
I primi ritrovamenti risalirebbero al periodo egizio. Da allora le donne hanno sempre cercato la maniera di contenere, ove ne sia bisogno.
Nel 1968, durante la rivoluzione femminista, i reggiseni furono bruciati in piazza per sottolineare la liberazione dall’oppressione e dal giudizio maschilista.
Il corpo è mio e lo gestisco io! Gridavano negli slogan!
Poi sono arrivati gli anni 90, dove tutte sognavamo di fare le modelle e i Wonerbra spopolavano.
Ci siamo date tutte alla fame. Tutte magre, magrissime, come fuscelli. Negli anni 2000 addirittura le case di moda hanno ridotto le taglie per farci sentire ancora più inadatte.
I vestiti sono diventati sempre più “nude”, e, se vuoi essere elegante non devi portare il reggiseno sotto un vestito da sera. Se vuoi essere pratica levati il reggiseno sotto la maglietta…. Tanto se non hai le forme non serve! Ci dicevano!
Eppure oggi ci fa specie vedere una donna con un seno minuscolo, vestita di tutto punto, senza reggiseno. Quanti hanno gridato allo scandalo!
Personalmente ho visto anche donne tg58 in eventi ufficiali non portare il reggiseno. Ciò non mi ha affatto scandalizzato. Onestamente viviamo in un periodo storico in cui ognuno veste come vuole, dove si proclama la parità di genere ma si urla allo scandalo se una donna veste comoda pur essendo completamente coperta.
Mi sorprende come in anni di femminismo siano proprio le donne a rimanere scandalizzate da un gesto tanto semplice. Le stesse donne che andrebbero a mare in topless, le stesse che si muovono per la libertà (la propria), progressiste, femministe, ora s’indignano per una cosa da nulla come la comodità di una taglia 0 sotto la maglietta.
Ma cosa ne è stato di quei reggiseni bruciati dalle nostre mamme? Che ne è stato dei movimenti femministi “il corpo è mio e me lo gestisco io”? Che ne è stato delle lotte alla parità se poi sottostiamo a piccole stupide indignazioni che solo un giornale maschilista e retrogrado può promuovere. Mi riferisco ad una testata nazionale ben nota che spesso usa titoli sensazionalistici per sottolineare la supremazia virile.
Non abbassiamoci a tanto. Siamo Donne, “oltre al REGGISENO c’è di più”